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IL FONDAMENTALE DELLA BATTUTA: L'EVOLUZIONE TECNICA E TATTICA!

La battuta (o servizio) è uno dei cinque fondamentali della pallavolo attraverso i quali si esplica la tecnica nel gioco della pallavolo. Gli altri quattro sono il bagher, il palleggio, la schiacciata e il muro.


Dai tanti allenatori è considerato il fondamentale più importante, non solo perché da inizio ad ogni azione, ma perché rappresenta la prima concreta possibilità di ottenere un punto o porsi nelle migliori condizioni per conquistarlo; infatti, effettuare un buon servizio, oltre a poter fruttare un punto diretto può permettere al sistema muro difesa e all'eventuale contrattacco di avvantaggiarsi decisamente per ottenerlo.


La battuta è probabilmente il fondamentale che nel corso degli anni ha subito la maggiore evoluzione tecnica e conseguentemente tattica. Questo cambiamento è stato dovuto a molti fattori cha abbracciano vari aspetti del gioco della pallavolo, passando dall'essere una semplice "rimessa in gioco" per dare inizio all'azione come qualche decennio fa, fino a diventare un vero e proprio attacco da fondo campo come accade sempre più spesso ai giorni nostri.


Per prima cosa bisogna ricordare che fino a metà degli anni novanta era possibile effettuare il servizio solo dai tre metri di destra della linea di fondo campo (il prolungamento della zona 1). La variante al regolamento, avvenuta nel 1995, ha permesso tantissime altre traiettorie che prima non erano consentite. Senza dimenticare il fatto che a quei tempi se la palla toccava la rete il servizio era ritenuto falloso.

Un secondo motivo di evoluzione del fondamentale è rappresentato dallo sviluppo che l'attrezzo palla ha avuto nel tempo; è in continuo mutamento il materiale di cui è composto il pallone di gioco, sono variati la circonferenza, la pressione, i colori, eccetera.

Oltre a queste motivazioni di carattere strutturale esterno, l'evoluzione del servizio si è avuta grazie alla sperimentazione tecnica della tipologia di esecuzione che si è avuta nel corso degli anni.

Fino ai primi anni ottanta l'unico servizio utilizzato era quello piedi a terra (oggi ormai quasi in disuso) nelle sue svariate forme.


BATTUTA PALLAVOLO PIEDI A TERRA
BATTUTA PIEDI A TERRA

Gli obiettivi tecnici principali erano essenzialmente due. Il primo era quello di rendere la battuta difficile da ricevere provando ad imprimere traiettorie insidiose con colpi sulla palla studiati per renderle più fluttuanti sfruttando le più fantasiose leggi dell'aerodinamica. Il secondo obiettivo si sposava spesso con la tattica: infatti tramite l'alternanza della profondità della traiettoria, oltre a cercare di indurre l'avversario in errore, si cercava di sfruttare situazioni favorevoli come ad esempio provare a tenere impegnato il ricettore attaccante, "cercare " il centrale (che fino al 1997 era impegnato anche in ricezione), o altre motivazioni. E così spesso si vedevano battute "a bilanciere", "a foglia morta", "a tennis" e altre ancora che avevano una difficoltà tecnica per la ricezione apparentemente innocua se paragonate alle tecniche attuali. Ma bisogna anche ricordare che, oltre all'assenza del ruolo del libero, non era consentita la ricezione in palleggio (come accade oggi nel beach volley), di conseguenza spesso si era costretti a ricevere in bagher una battuta molto vicina alla linea di fondo per poi percorrere tutto il campo per effettuare un attacco.


Nel corso degli anni, la battuta con piedi a terra è stata praticamente sostituita da (almeno) due ulteriori tipologie di servizio: battuta in salto spin e battuta in salto float.



Il servizio salto spin è stato introdotto agli inizi degli anni ottanta e nel corso del tempo ha subito una serie di evoluzioni tecniche di esecuzione, con l'obiettivo di porre sempre maggiore pressione alla ricezione avversaria compresa la possibilità di ottenere direttamente il punto.

Le caratteristiche di esecuzione, per analogia alla rincorsa e al colpo di attacco, hanno fatto si che questa tipologia di battuta fosse eseguita soprattutto dagli schiacciatori ricettori e dagli opposti, anche se nel corso degli anni ci sono stati e ci sono anche tanti palleggiatori e centrali che si sono affidati alla battuta salto spin. Tra i centrali non in attività mi viene in mente il nostro Mastrangelo, mentre tra i giocatori ancora in attività non si può non citare il centrale della Lube Simon, ottimo interprete di questo fondamentale. Tra l'altro sono proprio le attitudini tecniche di questi atleti a permettere loro di servire in modo più efficace di tanti atleti di ruolo differente, tant'è che in alcuni casi la loro versatilità ha permesso un cambio di ruolo sostanziale; come nei casi di Omrcen e Fei, anch'essi centrali dotati di un ottimo servizio in salto spin, che si sono cimentati con ottimi risultati anche nel ruolo di opposto.


La battuta salto float, invece, è stata introdotta agli inizi proprio per permettere agli atleti non particolarmente abili nell'esecuzione di un servizio spin di ottenere comunque una maggior qualità in questo fondamentale: il salto, infatti, permette di colpire il pallone da un'altezza maggiore e soprattutto permette di trasferirgli una maggiore velocità e quindi traiettorie molto insidiose. Anche questa tipologia di esecuzione si è evoluta tanto nel tempo, tant'è che negli ultimi anni c'è stata una inversione di tendenza che ha portato molti atleti che hanno le caratteristiche tecniche per eseguire un servizio spin ad optare comunque per una battuta salto float, perché si è verificato nel corso delle stagioni che gli effetti che si ottengono da una salto float di buona qualità sono più validi di una salto spin di livello medio basso. Difatti oggi, fatta eccezione per l'altissimo livello, la tendenza degli allenatori è di richiedere la battuta salto spin solo a chi effettivamente riesce ad ottenere un rapporto qualità/errori elevato.


Infine, l'evoluzione della battuta ha portato negli ultimi anni ad altre varianti che possono essere considerate un miscuglio delle tecniche sopra citate, al fine di ottenere traiettorie sempre più difficili da ricevere, ed eseguite soprattutto da atleti dotati di particolare tecnica e attitudine alla variabilità. Tra i più conosciuti ci sono sicuramente i palleggiatori Bruninho (Lube Civitanova) e Christenson (Leo Shoes Modena), ma non posso non citare il nostro Andrea Laterza, anche lui da tempo protagonista di questa nuova tendenza di interpretare la battuta.


Rimando ad un intervento successivo alcune note statistiche inerenti questo fondamentale.





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